Mirco Pieralisi - anno scolastico 2003-2004
Mirco Pieralisi - 19-06-2004
Qualunque discorso sul futuro della lotta contro la riforma, che è poi la lotta per la scuola, per difendere il senso del lavoro a cui siamo legati e del luogo in cui i nostri figli e figlie stanno crescendo, non può limitarsi ad immaginare prossime scadenze (necessarie) di mobilitazione senza prima fare i conti con quello che abbiamo vissuto finora.

Stiamo parlando di un percorso di quasi dieci mesi, di manifestazioni di piazza, di estenuanti riunioni negli organi collegiali, di straordinarie, faticose e difficili relazioni umane; di riunioni quasi carbonare e di assemblee affollatissime, di speranze, vittorie e delusioni; di ritmi di vita sconvolti da un impegno che molti non militanti fanno fatica a sostenere e che molti militanti hanno dovuto rivisitare mettendosi spesso in discussione. E’ bene non dimenticare questi ed altri aspetti di un’esperienza di movimento reale (e quindi di per sé nuova, ricca, fragile e contraddittoria) anche quando, come penso si debba fare, si fanno necessariamente i conti con quanto effettivamente è passato della riforma nelle scuole o su quanto sia stata respinta. Sapendo bene che i conti spesso non parlano delle cose che contano (niente potrà toglierci quello che abbiamo vissuto in questi mesi) è bene comunque misurarci con alcune questioni di “bilancio” e farsi alcune domande.


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Mirco Pieralisi - 04-05-2004
La situazione che stiamo vivendo nelle scuole mette in luce, a seconda dei casi, esemplari elementi di resistenza ma anche aspetti di intensa problematicità che è inutile negare. La preoccupazione che si configurino mille modelli di scuola diversi tra loro, tra vittoriose delibere antiriforma, soluzioni di compromesso, lacerazioni insanabili, è tutt’altro che infondata. La stessa tensione verso la manifestazione nazionale del 15 maggio è la riprova di quanto ci sia bisogno di “sentire e far sentire” meno sole e meno soli anche coloro che nel più sperduto collegio dei docenti conducono una battaglia sui punti e le virgole delle norme che consentono la bocciatura dell’applicazione della riforma.
Una cosa deve essere chiara: tutto quello che stiamo facendo nelle scuole in questi giorni ha senso solo se lo inquadriamo nell’obiettivo dell’abrogazione della legge. Basti pensare alla situazione che molte realtà stanno vivendo in questi giorni, dopo l’approvazione di delibere che confermavano i modelli didattici e organizzativi pre-riforma: gli organici insufficienti fanno a pezzi alcune di queste delibere. Intere classi non vengono formate. In molte scuole vengono assegnate non nuove classi ma lo stretto numero di insegnanti necessario per garantire la sola copertura oraria, con girandole orarie, eliminazione di compresenze e contemporaneità, accorpamenti, la quantità (le ore, quando ci sono) a discapito della qualità. Ci sono dirigenti che chiamano i collegi a farsi corresponsabili di questa operazione. Ci sono colleghe lacerate tra la volontà di lottare contro la riforma e l’ansia di trovare soluzioni meno indolori per non perdere iscrizioni o per non danneggiare bambine e bambine, con il rischio di vedere compromesso il loro stesso lavoro di anni per fare una scuola di qualità. E’ la legge, ragazza. Il 130 è stato abrogato, non lo sapevi? Ma non ti preoccupare, c’è la legge sull’autonomia, detta anche “l’arte di arrangiarsi”.
Proprio perché tutti i giorni vedo e sento e vivo esaltazione, dubbi, lacerazioni, coraggio e sfiducia, tensioni vere di persone vere, trovo insopportabili le disquisizioni di chi parla di “andare oltre la Moratti”, di “investire l’intero collegio della funzione tutoriale”, di chi afferma che “dire abroghiamo la legge non basta” (ma intanto non spende il suo ruolo politico pubblico nemmeno per dirlo…).
Per noi è chiaro che lottare punto per punto nei collegi, usando la legge contro la legge, non è praticare la riduzione del danno! Ogni delibera antiriforma è un tassello in più che giustifica, rilancia, chiede, grida l’abrogazione della legge, per chi lotta nelle culle del tempo pieno e per chi si batte in provincia di Catania.Detto questo rientriamo nel merito di alcune questioni.


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Mirco Pieralisi - 02-04-2004
Tutor: no senza giri di parole
Adozioni antiriforma: si può fare!


Mentre si stanno progettando nuove iniziative di movimento sulla lotta alla riforma, siamo alla vigilia di una battaglia fondamentale negli organi collegiali per contrastare il decreto attuativo nella scuola di base.
Indubbiamente c’è ampia unità di intenti e di vedute su alcuni aspetti di questa battaglia “istituzionale”, in particolare sulla necessità di approvare mozioni che confermino il quadro orario, organizzativo e didattico precedente al decreto attuativo, per tutelare il tempo pieno, le compresenze, la contitolarità dei docenti delle classi.

Al tempo stesso però dobbiamo fare chiarezza su altre due questioni su cui ci sono alcune incertezze (a volte veri e propri abbagli), o la mancanza di informazione.

1) DEVE ESSERE RIFIUTATO IL RUOLO DEL TUTOR SENZA SE E SENZA MA: semplicemente bisogna sostenere che questa funzione non esiste perché le attività a cui fa riferimento fanno parte della funzione docente di tutte e tutti e inoltre la definizione di un orario di cattedra per decreto contrasta sia con l’autonomia di organizzazione didattica sia con le norme contrattuali. Perché invece in alcuni documenti di fonte sindacale si dà l’indicazione di iscriversi in massa ai corsi di formazione, per altro nemmeno avviati? Qual è la ragione di questa soluzione all’italiana che passa sotto lo slogan “siamo tutti tutor”?


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Mirco Pieralisi - 22-03-2004
Tanta creatività, ma con qualche punto fermo in comune

L’incontro che si è tenuto a Milano il 13 marzo, ha registrato tanti diversi percorsi compiuti da tante realtà.

Ma le diverse scelte che ogni situazione di movimento può ritenere ...
Mirco Pieralisi - 30-01-2004
Care colleghe e colleghi, cosa intendiamo fare dopo l’approvazione del decreto? Intendiamo limitarci, tra le pieghe di quello che concede la legge sull’autonomia scolastica, alla riduzione del danno? Intendiamo disperderci in una “guerriglia ...
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